Covid 19 - Mortificante: Tecnici Sanitari dimenticati dal Governo. Infermieri: scarse le risorse

Ai tempi del Covid qualcuno, lassù in alto, dove si tirano i cordoni della borsa, ha dimenticato che la complessa e articolata macchina della Sanità è fatta di tante professionalità. Tutte importanti. Il Disegno di legge di bilancio 2021 però ne ha cancellate buona parte, dimenticando in toto i Tecnici Sanitari (vedi chi sono), impegnati anch'essi in prima linea nella lotta contro la pandemia, nella piena emergenza che si sta vivendo negli ospedali.

Non che gli infermieri in questa partita se la passino meglio: 350 milioni che potranno essere percepiti chissà quando perché rimandati alla contrattazione collettiva nazionale. "Una cifra irrisoria", mette per inciso Paolo Libero, che in CISL FP Veneto guida il Coordinamento delle Professioni Sanitarie, e che sottolinea "che per i medici si va all'incremento del 27% indennità di esclusività con quasi il doppio delle risorse (500 milioni) previste per gli Infermieri. Prioritario quindi considerare quanto stanziato ora un punto di partenza", ribadisce Libero, "e che è necessario trovare più risorse per tutte le 22 professionalità coinvolte nella realtà quotidiana dell'assistenza fronte pandemia da mettere in busta paga già da gennaio 2021".

"E' ancora la vecchia semantica delle politica che torna a farla da padrone", ribadisce Marco Nundini, Segretario provinciale sanità di CISL FP Verona, "siamo eroi se dobbiamo fare i doppi turni, siamo angeli se dobbiamo rimanere in servizio bardati per 12 ore, ma diventiamo fannulloni se chiediamo il rinnovo del contratto nazionale scaduto o se chiediamo risorse per assunzioni e disagi provocati dall'emergenza pandemica".

"Se parliamo di vergogna", continua Nundini, "quando ci riferiamo all'importantissimo asset infermieristico che lotta in prima linea e a quanto è stato stanziato per questo, grida vendetta la mortificante dimenticanza del Governo nei confronti dei Tecnici Sanitari. Ombre che scompaiono nel nulla".

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Eppure, e lo dimostrano gli interventi fatti in queste settimane dalla CISL FP Verona nella sanità scaligera a favore di questi professionisti sanitari, i Tecnici Sanitari di Laboratorio sono indispensabili per l'intero sistema analitico dei tamponi Covid, sottoposti ad aumento dei turni, ad attivazioni di turni H24 straordinari, a migrazioni in aree analitiche ad alta intensità, a costanti aumenti dei contagi. Tutto per analizzare e fornire i risultati dei tanto chiacchierati tamponi.

Non diversa la situazione dei Tecnici Sanitari di Radiologia, impegnati a sostenere l'intero sistema di diagnostica per immagini con un contributo insostituibile nell'area pneumologica; dei colleghi Perfusionisti delle aree operatorie e ad alto rischio, dei Fisioterapisti attori del processo di riabilitazione di chi è colpito dal virus. "E via dicendo", continua Marco Nundini "col rischio, e mi perdonino gli stessi professionisti, di dimenticare nella citazione, alla stregua del Governo, qualcuno per strada. L'emergenza c'è anche per loro e la si supera anche grazie al loro lavoro". Servono, tra le altre cose, più assunzioni per far fronte alle sempre maggiori necessità emergenziali cui queste lavoratrici e lavoratori sono chiamati sostenere.

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Nel periodo di emergenza pandemica le Professioni Sanitarie, tutte e insieme, hanno garantito e continuano a sostenere il Servizio Sanitario Nazionale, pertanto non sono ammissibili dimenticanze. Di fronte a tale incomprensibile disparità di trattamento da parte del Governo, non possiamo che sottolineare la nostra ferma e risoluta indignazione e contrarietà.

La CISL FP di Verona così come è ferma nel sostenere che servono maggiori assunzioni ed ulteriori risorse economiche per gli infermieri, nel ribadire che sia necessario trovare equa valorizzazione per il lavoro degli OSS impegnati nell'emergenza, sposa quanto dal Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Sanitarie, Alessandro Beux, ha scritto, ovvero che la multidisciplinarietà deve essere sostenuta non solo a parole, ma anche nei fatti, che il rapporto di esclusività deve essere riconosciuto a tutte le professioni sanitarie coinvolte, prevedendo idonei stanziamenti.


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