Brillante, colta, libera e appassionata, Eleanor è la figlia più piccola
di Karl Marx: tra le prime donne ad avvicinare i temi del femminismo e
del socialismo
Affrontare i grandi temi del lavoro, del sindacato, della partecipazione e della rappresentanza ricorrendo al linguaggio universale del cinema. Con Cinema & Lavoro vogliamo proporre non solo titoli da guardare e gustare, da soli o in compagnia, ma anche offrire spunti di riflessione rinunciando agli schemi della formazione accademica.
Brillante, colta, libera e appassionata, Eleanor è la figlia più piccola di Karl Marx: tra le prime donne ad avvicinare i temi del femminismo e del socialismo, partecipa alle lotte operaie, combatte per i diritti delle donne e l'abolizione del lavoro minorile. Quando, nel 1883, incontra Edward Aveling, la sua vita cambia per sempre, travolta da un amore appassionato ma dal destino tragico. Ed è proprio l’ultimo quindicennio di vita di Tussy – questo il suo soprannome sin da bambina – che Susanna Nicchiarelli tenta di “inquadrare”, tra contaminazioni punk-rock e materiale d’archivio che si alternano alla ricostruzione (impeccabile) di ambienti londinesi e atmosfere, grazie ad un ottimo lavoro su scenografie e costumi.
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Papà è stato appena seppellito. Il discorso funebre è stato semplice ma
emozionante, pieno di fatti, di idee, di ideali, come sarebbe piaciuto a
lui.
Ora bisogna sistemare il suo studio, riordinare le sue carte con l'
aiuto del fido amico Engels, finire la partita a scacchi lasciata in
sospeso con la sua governante-segretaria. Per Eleanor Marx detta Tussy
(1855-1898), ultima delle tre figlie di Karl e sua prediletta, inizia
una nuova vita.
Deve proseguire l' opera del padre, portare avanti le sue lotte e il suo
pensiero. Anche se forse c' è dell' altro. Lo dicono quelle note rock
nei titoli di testa. Lo confermano le domande inquiete del nipotino. O
quello spettacolo di lanterne magiche che manda in visibilio i più
piccoli, e non solo loro.
Non tutto è come appare. Non tutto ciò che è reale è (stato) razionale
nella vita dell' autore del "Capitale". Ecco perché, per quanto in
costume, il sorprendente "Miss Marx" dialoga con il nostro presente.
Senza per questo rileggere la figura di questa infaticabile militante,
protofemminista, autrice a sua volta di scritti e pamphlet socialisti,
con gli occhi di un' altra epoca. Sarebbe troppo facile. Mentre il film
di Susanna Nicchiarelli si limita a far parlare i fatti e i protagonisti
di un' esistenza così esemplare che ci si stupisce non abbia ispirato
prima un film o un romanzo.
E quindi via con una vita vissuta finalmente in prima persona, ma
segnata da una progressiva, tumultuosa disillusione. Ecco il viaggio in
America e l' amore per un uomo che si rivelerà fatuo e inaffidabile, il
teatrante socialista Edward Aveling (Patrick Kennedy). Ecco affiorare
segreti di famiglia con modalità che sembrano trovate di sceneggiatura
(la lavagnetta di Engels, costretto al silenzio...) e invece sono
autentiche.
Ecco l' Internazionale eseguita dal gruppo punk rock dei Downtown Boys
virare in chiave sempre più moderna un film che però tra interni
borghesi e fumate d' oppio, visite in fabbrica e comizi di piazza, non
smette di attingere alla vera vita di Eleanor (ammirevole Romola Garai).
Mentre le immagini d' archivio provenienti da epoche successive
dettagliano la storia eterna dell' ingiustizia e dell' oppressione (non
solo di genere), rendendo la signorina Marx ancora più vicina. Limpido,
profondo, appassionante, mai compiaciuto. Ma incredibilmente ignorato
dalla giuria di Venezia. (Fabio Ferzetti da L'Espresso, 20 settembre 2020).
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