Cinema & Lavoro - Le schede
Metropolis di Fritz Lang

Primo film proposto nella rubrica Cineclub d'essai, Metropolis resta ancora oggi uno dei film distopici
più visionari, celebri e fraintesi della storia del cinema

La settima arte e il lavoro

Affrontare i grandi temi del lavoro, del sindacato, della partecipazione e della rappresentanza ricorrendo al linguaggio universale del cinema. Con Cinema & Lavoro vogliamo proporre non solo titoli da guardare e gustare, da soli o in compagnia, ma anche offrire spunti di riflessione rinunciando agli schemi della formazione accademica.

FRITZ LANG

Metropolis

Fritz Lang ambienta il film in un futuro distopico, nell'anno 2026, esattamente a quasi un secolo di distanza da quello di produzione del film, presentato in prima assoluta il 10 gennaio 1927. Una pellicola in cui le divisioni classiste e l'occultamento del lavoro, già predetto da Carl Marx, sono le vere protagoniste di un film considerato tra le opere simbolo del cinema espressionista ed è universalmente riconosciuto come modello di gran parte del cinema di fantascienza moderno, avendo ispirato pellicole quali Blade Runner e Guerre stellari. Da non perdere la pellicola originale, frutto di un accurato e recente restauro.

Clicca sull'immagine per vedere la video presentazione di questo film sul nostro canale YouTube. Nella descrizione del video sul canale YouTube CISL FP Verona troverai anche i link alle piattaforme di streaming che rendono disponibile il film alla visione.

Il cast del film

  • Regia: Fritz Lang
  • Attori: Alfred Abel - Freder Frederson, Gustav Fröhlich  - Johann 'Joh' Frederson, Brigitte Helm  - Maria, Rudolf Klein-Rogge  - Rotwang, Fritz Rasp  - Grot, Heinrich George  - Capo operaio, Margarete Lanner  - Signore nella macchina,
    Theodor Loos  - Josaphat, Erwin Biswanger,  - Georgy, Olaf Storm - Jan.
  • Soggetto: Thea von Harbou - (testo letterario)
  • Sceneggiatura: Thea von Harbou, Fritz Lang 
  • Fotografia: Walter Ruttmann, Günther Rittau, Karl Freund
  • Scenografia: Otto Hunte, Karl Vollbrecht, Erich Kettelhut
  • Costumi: Aenne Willkomm
  • Effetti: Ernst Kunstmann, Eugen Schüfftan

Dati tecnici

  • Durata: 107 minuti (versione originale restaurata)
  • Colore: bianco e nero
  • Genere: Drammatico, Fantascienza
  • Produzione: Universum Film UFA
  • Distribuzione: Film 2 (1984), Cineteca di Bologna (2015). Altri distributori di varie edizioni. Nel 1984 versione più corta sonorizzata e virata a colori da Giorgio Moroder
  • Data di uscita: 10 gennaio 1927

Recensioni

"Torna (...) in una versione mai vista, uno dei film più celebri e fraintesi della storia del cinema: 'Metropolis' di Fritz Lang. Presentato in prima mondiale all'Ufa Palast am Zoo di Berlino il 10 gennaio 1927, accolto da critiche contrastanti ma stupefatte per la qualità tecnica e le dimensioni produttive (fra i detrattori anche H.G. Wells, il grande scrittore di fantascienza inglese, una delle fonti d'ispirazione dell'opera), il kolossal di Lang iniziò a essere rimaneggiato pochi mesi dopo, per l'uscita negli Usa. E continuò a essere tagliuzzato, ridotto, rimontato fino a durare 116 minuti contro i 153 originari, mentre poco a poco si perdeva memoria della versione originaria. (...) Ma 'Metropolis', a lungo dimenticato prima della riscoperta 'pop' (le citazioni di 'Guerre stellari', 'Blade Runner', 'Batman', 'Pink Floyd the Wall', poi il 'Metropolis' 'colorizzato' e musicato da Giorgio Moroder), resta una delle opere più suggestive che il cinema abbia mai prodotto, malgrado i tagli, e una delle pochissime del muto largamente note ancor oggi. (...) Il ritrovamento di 25 minuti mai visti, nel 2008, ha permesso di ricostruire un film molto vicino all'originale. (...) Le aggiunte rendono la storia più coerente, chiarendo fra l'altro che il dittatore Fredersen e lo scienziato Rotwang sono antagonisti, non alleati. Risaltano anche alcuni tratti satirici. E torna alla luce un'intera, emozionante sequenza: il salvataggio dall'inondazione dei bambini dimenticati dei lavoratori." (Fabio Ferzetti su 'Il Messaggero' del 16 marzo 2015; ripreso da cinematografo.it).

Il 13 novembre il film riceve il visto di censura (con divieto ai minori) per una lunghezza di 4189 metri, ossia 153 minuti (a 24 fotogrammi al secondo). La prima si svolge solennemente all'Ufa-Palast am Zoo il 10 gennaio 1927. Il romanzo della Harbou esce poco prima, dopo essere stato pubblicato a puntate sul giornale di Alfred Hugenberg, un politico antirepubblicano che sta per mettere le mani sulla Ufa. "Un'eccitazione, una tensione febbrili regnavano nella sala piena zeppa", scrive Kettelhut, "il brusio si placò solo quando il compositore Gottfried Huppertz sollevò la sua bacchetta e le luci della sala si spensero lentamente, lasciando solo l'orchestra illuminata. Il pubblico dell'Ufa-Palast seguì con passione lo svolgimento del film. A tratti gli applausi coprirono anche la musica. Alla fine gli applausi furono spontanei ed entusiasti. La troupe, in particolare Lang e la Helm, fu più volte richiamata davanti al sipario. L'atmosfera di festa che seguì la conclusione del film fu proporzionata a tanto successo". Tutta la critica cinematografica si schiera immediatamente a favore o contro il film, soprattutto a proposito dei suoi aspetti sociali e tematici. Sul "Die Weltbuhne" Hans Siemens si fa portavoce dell'intellighenzia per regolare definitivamente i conti con il regista e la sua opera. Accusa indignato Lang di mostrare uomini schiavi mentre è sufficiente premere un bottone per sostituirne una decina, e cita come esemplare la critica feroce di H.G. Wells apparsa sul "New York Times": "Ho visto recentemente il più stupido dei film". Sono poche le recensioni che non si fanno beffe del messaggio, se non addirittura dell'intreccio in quanto tale. Poche al contrario quelle che non elogiano la performance tecnica, opponendo per la prima ma non ultima volta Lang alla moglie-sceneggiatrice. (Il cinema ritrovato, consultato 16 maggio 2022).

Nel 2026 in una megalopoli a due livelli gli operai che lavorano come schiavi nei sotterranei sono incitati alla rivolta da un robot femmineo che riproduce le fattezze di una di loro, la mite e pia Maria. L'ha costruito uno scienziato al servizio dei padroni. La rivolta provoca un'inondazione che colpisce i quartieri operai finché, sollecitato da Maria, Freder, figlio di Fredersen, fa da mediatore tra padroni e operai. È nato un nuovo patto sociale. Realizzato nel 1926 a costi così alti che rischiarono di far fallire la UFA, fu proiettato a Berlino il 10-1-1927. Ne esistono varie copie, ciascuna diversa dall'altra per durata e montaggio. Lo stesso Lang provvide nel '27 a togliere mezz'ora dall'edizione originale. La più attendibile oggi è quella restaurata nel 1984 dalla Cineteca di Monaco, a cura di Enno Patalas, che dura 147' (4189 metri), ma nello stesso anno il musicista Giorgio Moroder ne confezionò una di 87', virata in vari colori e sonorizzata con una colonna sonora rock. Esistono, insomma, molte Metropolis . Disparati i giudizi critici. Nel '27 H.G. Wells lo definì "stupidissimo", mentre Buñuel lo giudicò retorico, banale, pedante, intriso di romanticismo superato, aggiungendo che "se opponiamo alla storia la fotogenia plastica del film, allora reggerà qualsiasi confronto, ci sconvolgerà come il più bel libro d'immagini mai visto". Piacque molto a Hitler e a Goebbels. È all'insegna del sincretismo sia per contenuti sia per forme, frutto di una moda culturale del suo tempo: la tendenza al Gesamtkunstwerk , l'opera d'arte totale. Discutibile e Kitsch finché si vuole, l'operazione di Moroder è legittima: è uno dei tanti film muti che hanno bisogno di musica. (Che fu scritta appositamente nel '26 da Gottfried Huppertz.) Può esistere un film stupido e geniale? Il contrasto tra la melensaggine mistica da romanzo d'appendice di Thea von Harbou che lo scrisse e la forza visionaria di suo marito Lang rimase irrisolto. Metropolis è un capolavoro di cinema decorativo, la messinscena di un delirio. Muto. (Il Morandini).

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è un progetto curato da Marco Nundini e Danny Marchi per CISL FP Verona. Per informazioni o contatti su questa iniziativa: cinemaelavoro@cislfpverona.it. Marchi e nomi commerciali citati sono di proprietà delle relative aziende.

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