Terzo Settore. Reinternalizzazione REMS di Nogara. La CISL FP Verona chiede rassicurazioni

Da mesi ormai la CISL FP di Verona sta seguendo con grande attenzione l'intero processo di reinternalizzazione nella ULSS9 Scaligera dell'attività del REMS di Nogara, una residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza, (in acronimo REMS appunto), che nel nostro Paese indica una struttura sanitaria di accoglienza per gli autori di reato affetti da disturbi mentali, la cui gestione è stata sino ad oggi affidata alla Cooperativa La Rondine.

La CISL FP Verona, preoccupata per la sorte del personale che opera nella struttura e in previsione di tale "passaggio di consegne", in assenza di un chiaro e preciso cronoprogramma, così come delle modalità della reinternalizzazione paventata, ha più volte tentato di dialogare con i vertici della Cooperativa la Rondine. Tentativi caduti nel vuoto poiché, nonostante i nostri numerosi solleciti non abbiamo mai ricevuto una risposta. Un silenzio inaccettabile, tanto quanto la mancanza di sensibilità, rispetto ed etica professionale nei confronti dei propri dipendenti.

Abbiamo invece  mantenuto un canale di dialogo e di confronto costantemente aperto con i vetrici dell'Ulss 9 Scaligera tanto è che ieri (8 aprile 2021 ndr) si è tenuto un importante incontro in videoconferenza organizzato dalla Cisl fp Verona, presente anche il Direttore dei Servizi Socio Sanitari Dott. Raffaele Grottola, oltre alle lavoratrici e ai lavoratori della cooperativa. Importante perché ha costituito imperdibile occasione per gli operatori coinvolti di esprimere tutta la loro preoccupazione, non solo per il loro futuro, ma anche e soprattutto per le difficoltà odierne che si riscontrano nella gestione quotidiana della struttura.

Una struttura che per la sua delicata missione, pur anche nella previsione di un'imminente reinternalizzazione nell'alveo organizzativo della ULSS9 Scaligera, non può essere lasciata alla deriva in un mare di difficoltà. Difficoltà ben rappresentata dalla attuale carenza di personale, soprattutto infermieristico, che nell'incertezza di una situazione mai ben chiarita dai vertici de La Rondine, ha cercato diverse e più certe opportunità di lavoro, lasciando sguarniti i ranghi dell'assistenza. Professionisti sanitari che l'attuale gestione non è riuscita a sostituire e il cui carico di lavoro ora pesa su chi è rimasto, rendendo problematica la gestione dei turni.

A tale disagio si aggiungono ora le tristi notizie di cronaca che coinvolgono La Rondine e che rendono il clima interno ancora più denso di preoccupazione. Quella stessa preoccupazione che come CISL FP Verona rimarchiamo, auspicando risposte sollecite e chiare sul futuro dei lavoratori coinvolti, ma certamente anche per gli ospiti della struttura, ai quali si dovrebbe assicurare una continuità assistenziale nel rispetto degli standard previsti.