Terzo Settore - CERRIS Verona. La Compagnia del TrAnello.

Manca l'unicorno, il grande gigante felice e un pizzico di polvere magica per completare questa storia della "terra di mezzo". Peccato che quello di cui torniamo a "narrare" e tutt'altro che un racconto fantasy. E' la cronaca triste, drammatica, intollerabile di una crisi che colpisce uno dei settori più delicati cui la Sanità pubblica ha deciso di delegare il priprio impegno: il sociale.

E proprio alla ULSS9 Scaligera, che di fatto è lo sceneggiatore di questa storia, essendo l'Azienda sanitaria scaligera l'affidataria dell'appalto che ha posto ATI, la società che raggruppa diverse cooperative, e che è direttamente coinvolta nella gestione del CERRIS, che noi della CISL FP di Verona siamo andati. Ricevuti dopo una serie di segnalazioni che mettevano in luce una cattiva gestione organizzativa dell'assistenza, con una serie di criticità che rasentavano un chiaro rischio clinico.

Oltre alla incapacità gestionale c'è la censura
Siamo andati alla Direzione della ULSS9 dopo che ai lavoratori del CERRIS, vessati da turnazioni insostenibili e ormai protagonisti di una "fuga di massa" dalla struttura, è stato caldamente suggerito l'obbligo del silenzio anche nei confronti delle Organizzazioni Sindacali. Una censura non degna di chi, con soldi pubblici di una nazione democratica, forse pensa di gestire un appalto a Minsk, piuttosto che a Verona.

La risoluzione contrattuale? Non va esclusa!
L'incontro di oggi (21 settembre 2020 ndr) ha messo in luce una forte preoccupazione anche da parte dei vertici aziendali sul rispetto di quanto l'appalto assegnato ad ATI prevede circa la qualità e l'efficienza dell'assistenza prevista a capitolato (e parlare di capitolato quando facciamo riferimento a persone fragili meriterebbe ben più di un comunicato). Una preoccupazione che pone seri dubbi sull'intenzione di chi guida la coordata di cooperative, sull'intenzione della stessa circa le reali volontà di operare investimenti e prendere seri impegni nell'abito del sociale. L'attuale difficoltà a reperire sul mercato del lavoro figure professionali (oss e infermieri) non può e non deve diventare un alibi, in particolar modo quando è soprattutto l'incapacità gestionale delle risorse umane in termini organizzativi a far "fuggire" i lavoratori.

Appare chiaro che, anche a fronte delle contestazioni di mancato rispetto delle condizioni di appalto che la ULSS9 Scaligera ci ha detto di aver inoltrato ad ATI, qualora le risposte, ma soprattutto le soluzioni che la cordata di cooperative proporrà, non saranno più che convicenti, non potrà che prospettarsi la risoluzione per mancato rispetto degli obblighi contrattuali. Se non altro per rispetto nei confronti degli assistiti e dei loro congiunti.

Serve una task force subito!
Urgono comunque, per evitare che accada l'irreparabile, misure di contenimento del rischio IMMEDIATE: alla ULSS9, che ci ha confermato di aver attivato due gruppi di lavoro per monitorare la soluzione, chiediamo l'attivazione di una task forse tecnica che entri nella struttura, affianchi il personale delle cooperative, valuti i necessari correttivi organizzativi che consentano di risolvere le emergenze quotidiane nell'attesa di una soluzione definitiva.

Non ultime..
Approfittando dell'incontro con l'Amministrazione dell ULSS9 Scaligera abbiamo anche sottolineato alcune difficolta evidenziate nel plesso di Marzana relative alla gestione dei pasti e alla mancanza di telefoni di servizio, necessari ove l'attività quotidiana obblighi gli operatori a spostamenti nella struttura.