Sanità. Recupero prestazioni incompiute nell'emergenza: ristabilire velocemente a livello regionale, i criteri generali
A seguire alla partecipata assemblea del personale delle sale operatorie della ULSS 9 Scaligera, la CISL FP Verona, in un comunicato stampa congiunto CGIL CISL UIL, ha ribadito la propria richiesta volta a ristabilire velocemente a livello regionale, i criteri generali per il recupero delle prestazioni sanitarie rimaste incompiute nel periodo Covid.
Grande è stata la partecipazione delle lavoratrici e lavoratori dei gruppi operatori della ULSS 9 Scaligera, all'assemblea organizzata unitariamente da CGIL CISL UIL nella giornata di ieri (2 novembre 2021 ndr) ad inizio turno, presso l’ospedale “Magalini” di Villafranca ed in videoconferenza con gli ospedali di Legnago e di San Bonifacio.
L’argomento all'ordine del giorno è stato la “famigerata” DRG 1293 della Regione Veneto. la Delibera in oggetto prevede, infatti, l’utilizzo degli oltre 40 milioni messi a disposizione delle ULSS ed Aziende Ospedaliere Venete per il recupero delle prestazioni incompiute nel periodo Covid, in modo molto discutibile e unico a livello nazionale, quasi a voler spostare questa lauta partita economica, in direzione della sanità privata accreditata.
In tutta l'azienda ULSS 9 Scaligera, è emerso in assemblea, ai dipendenti era stato chiesto, nei mesi scorsi se, volontariamente intendessero partecipare a questa attività aggiuntiva (sottolineiamo aggiuntiva), con una remunerazione oraria per il personale del Comparto sanità pari a 50 euro orarie (lorde), 80 per la dirigenza medica.
Dal 26 settembre, infatti, le sedute aggiuntive sono iniziate in tutta la ULSS 9, prevalentemente con interventi aggiuntivi il sabato mattina; purtroppo dopo tre settimane circa, a seguito della pubblicazione della DRG 1293 che prevede una riduzione delle cifre orarie rispettivamente a 32 euro e 60 euro, finché non raggiunti i volumi prestazionali 2019, tale attività è stata interrotta.
Unitariamente, CGIL CISL UIL porteranno questi giorni all'attenzione della Regione del Veneto, una proposta che prevede la retribuzione delle risorse aggiuntive per il comparto sanità a 50 euro/ora e l’individuazione di alcuni criteri base per l’utilizzo di tali risorse; oltre all'inclusione, con l’incremento dei fondi aziendali, anche per altre figure rimaste escluse come l’OSS.
Tutto ciò per favorire che tali prestazioni siano eseguite, a favore dell'utenza, rapidamente e con modalità uniformi dal sistema sanitario pubblico veneto, punto di riferimento ineludibile per la prevenzione, la cura e l'assistenza dei cittadini.