Sanità. Aziende sanitarie sotto pressione. AOUI: peggiora benessere psicofisico. Sospensione ferie: CISL FP chiede informativa urgente

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L'emergenza pandemica sta mettendo sotto forte pressione il personale delle aziende sanitarie.  Peggiora il benessere psicofisico degli operatori: infermieri e specializzandi i più colpiti. Lo dicono con chiarezza i risultati di un progetto promosso per verificare lo stato psicofisico degli operatori sanitari dell’Azienda Ospedaliera Universitaria. Le persone con elevati livelli di ansia sono passate dal 50% al 56%, quelle con depressione dal 27% al 41% e quelle in burnout dal 29% al 41%. “Gli infermieri rappresentano la categoria professionale a maggiore rischio di ansia e depressione, gli specializzandi più a rischio di burnout”.

Ad buttare benzina sul fuoco, oltre agli spostamenti repentini di reparto per dare risposta all'emergenza, giunge ora notizia di disposizioni atte alla sospensione delle ferie programmate. Per evitare confusione e malintesi con le lavoratrici ed i lavoratori coinvolti, la CISL FP Verona ha prontamente inviato una richiesta di informativa urgente.


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I dati del progetto, condotto dalla Sezione di Psichiatria del Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell’Università di Verona, sono stati pubblicati sull'International Journal of Environmental Research and Public Health. Lo studio, che è stato svolto in forma anonima attraverso dei questionari online, è stato ultimato poche settimane fa, portando alla luce gli operatori sanitari più sotto stress come gli infermieri e gli specializzandi, mentre i medici sono risultati dall’indagine i meno colpiti.

L’incremento - spiega il responsabile scientifico del  progetto - si è mantenuto stratificando per profilo professionale e  reparto, con un aumento più evidente per la depressione e il burnout. A distanza di un anno dall’inizio della pandemia, gli infermieri  rappresentano la categoria professionale a maggiore rischio di ansia e depressione. Tutto ciò senza tener conto di quanto sta accadendo con questa quarta ondata.

Appare chiara la necessità dunque, davanti ad ogni ulteriore disposizione di inasprimento della situazione lavorativa in essere e della conciliazione tra lavoro e famiglia, di fare la massima chiarezza, se non altro per rispetto di chi, ormai da anni, sta dando il massimo per garantire la salute dei cittadini tutti.

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