Pubblico impiego: riparte la stagione dei rinnovi contrattuali. Prima convocazione 12 marzo 2021

Il Ministro Renato Brunetta ha convocato le Organizzazioni Sindacali ad un primo incontro, che si terra il 12 marzo 2021, avente per ordine del giorno i rinnovi contrattuali del Pubblico Impiego.

E' il primo passaggio obbligato del “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” firmato con il Governo alla presenza del Presidente del Consiglio e del Ministro per la Pubblica Amministrazione, CISL, CGIL e UIL, i tre sindacati di gran lunga più rappresentativi nel pubblico impiego.

Si tratta di un vero e proprio protocollo di impegni che, partendo dall’importantissimo assunto che la Pubblica Amministrazione è riconosciuta come motore di sviluppo del Paese, ne riconosce esplicitamente l’insostituibile ruolo e traccia le necessarie traiettorie di intervento per il recupero della piena efficacia dell’azione amministrativa, attraverso molteplici e coordinate linee programmatiche. Si tratta, è bene sottolinearlo, di una opportuna “inversione di tendenza” rispetto al passato che premia la linea della CISL, che da tempo andava proponendo i punti che oggi, con soddisfazione, troviamo nel testo sottoscritto.

E’ del tutto evidente che la forte risposta che i pubblici dipendenti hanno saputo fornire alla crisi globale indotta dalla pandemia da Covid19 ha avuto un ruolo determinante nello spingere molti critici a rivedere le proprie convinzioni. La CISL non poteva esserne sorpresa. Abbiamo sempre sostenuto che il sistema delle pubbliche amministrazioni costituisce la vera “spina dorsale” del Paese, l’unica garanzia per tutti, cittadini utenti e cittadini dipendenti, della equità e correttezza dell’azione dello Stato su tutto il territorio, in modo omogeneo, puntuale e uniforme.

Iniziando proprio dalle modalità di lavoro sperimentate obbligatoriamente e in forma emergenziale, si parte dalla necessità di definire un quadro di riferimento globale dello “smart working”, da sostenere mediante il confronto costante con le parti sociali e quindi attraverso la contrattazione.

Allo stesso modo, poi, dovranno essere pensate e realizzate alcune condizioni sempre rivendicate dalla CISL, come il superamento dei tetti posti alla contrattazione per il salario accessorio e, novità gradita ed assoluta, la defiscalizzazione dei compensi premiali della produttività, equiparando finalmente i lavoratori pubblici a quelli privati, che di tale regime già usufruivano.

Un aspetto di tutto rilievo è rappresentato dall’esplicita volontà di instaurare un nuovo completo sistema di relazioni sindacali, più orientato alla cultura del risultato e libero finalmente da una normativa centralista ed opprimente. Da qui deriva anche la previsione dell’importanza di giungere ad un puntuale e soddisfacente rinnovo dei contratti di lavoro come “investimento politico e sociale” per il Paese. Su questo punto, come la CISL ha imposto con le proprie ferme richieste, il Governo si impegna a stanziare risorse aggiuntive che serviranno - oltre che a riconoscere il ruolo dei dipendenti pubblici le loro competenze acquisite e la qualità dei risultati offerti - anche a stabilizzare nella retribuzione individuale il cosiddetto “elemento perequativo”, istituto introdotto con il CCNL 2016/18 per tutelare le retribuzioni più basse che ha permesso di non perdere il vecchio bonus introdotto dal DL 66/2014 anche in caso di aumenti contrattuali.