Fase 2. Riapertura anticipata nidi e materne. Non sottovalutare il rischio di sperimentazioni improvvisate

Apprendiamo, e non senza preoccupazione, della elaborazione di un protocollo unico da parte della Regione Veneto per i servizi dedicati ai bambino 0/6 anni, allo scopo di sperimentare la riapertura di nidi e centri per la prima infanzia. Notizia confermata, nelle intenzioni, anche dalla Ministra Elena Bonetti, che ipotizza una prossima riapertura di asili nido e scuole materne sia pubbliche che private, così da poter offrire ai genitori il supporto in questa fase di grande emergenza. La stessa Ministra si è detta pronta a mettere a disposizione locali, cortili e palestre delle scuole per realizzare i centri estivi. Non ci sarà didattica e non sarà coinvolto personale scolastico, ma gli operatori del cosiddetto terzo settore.

L'evidenza ci dice però che nella provincia di Verona quanto affermato dalla Ministra non corrisponde alle linee guida della progettualità del “COMITATO DEI SINDACI DIST. 4 OVEST V.SE”, che prevede la possibilità di coinvolgere pubblico e privato. Dove peraltro, anche in questo contesto decisionale, è stata esclusa a priori la partecipazione della rappresentanza sindacale.

Sulla "sperimentazione" ipotizzata dalla Regione Veneto di apertura anticipata, la CISL FP di Verona esprime tutta la propria perplessità e preoccupazione, in quanto è di tutta evidenza, che il rispetto delle norme e delle prassi  anti-contagio per bambini 0/6 anni sono praticamente inattuabili e se da un lato l’intento è quello di un supporto alle famiglie, dall’altro si rischia di creare una situazione di altissimo rischio, sia per le insegnanti/educatrici e per i bambini, sia per le stesse famiglie.

Ci pare comunque azzardato fare ipotesi di apertura anticipata, senza una conferma del Comitato Scientifico Nazionale che deve dettare le linee guida a cui conformarci e una valutazione che determini se le stesse risultino praticabili a tutte le strutture/istituti. Non riusciamo ad immaginare l’apertura anticipata di nidi e centri estivi senza un’analisi attenta e scrupolosa di ogni scuola o ambiente coinvolto sul quale adattare le eventuali linee del Comitato Scientifico Nazionale, in una situazione ancora emergenziale e il cui esito non è ancora ponderabile. A nostro avviso questa leggerezza potrebbe tramutarsi in un grave pericolo per la salute di tutti. Si rammenta che la provincia di Verona ha pagato e sta tuttora pagando un tributo altissimo a questa pandemia

Chiariamo bene il concetto: dare supporto alle famiglie in crisi nella gestione dei figli è una cosa, metterle a rischio di epidemia e tutt'altro.

La CISL FP Verona ribadisce la convinzione che tali protocolli emergenziali altro non fanno che svilire la professionalità delle educatrici/insegnanti coinvolte, oltre che produrre una situazione di alto rischio con inadeguata risposta alla domanda educativa dei bambini in termini di aggregazione, socialità e relazione, elementi assolutamente e deontologicamente indispensabili. Nella situazione prospettata è del tutto evidente l’impossibilità di garantire tali principi educativi.

Si prende poi atto che a fronte di tale progettualità si vuole procedere comunque al reperimento anche di insegnanti/educatrici attraverso accordi pubblico/privato con la possibile interferenza del rapporto di lavoro tra lavoratrici e lavoratori con diversi contratti. Per questo chiediamo urgentemente l’apertura di un tavolo tecnico permanente specifico intercomunale che coinvolga fattivamente la parte sindacale nel garantire uniformità nel territorio provinciale per assicurare la giusta tutela della salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori sia pubblici che privati coinvolti in questo progetto di apertura anticipata.

Qualora si procedesse al coinvolgimento dei lavoratori al di fuori dei contratti e delle norme mettendo a rischio la salute e sicurezza, la CISL FP di Verona si riserverà di procedere a tutela e per conto degli stessi lavoratori con tutte le modalità disponibili previste e consentite dalle leggi dallo Stato.