Covid 19 - ULSS9 Scaligera esiti incontro: tamponi in ritardo, DPI, aumentare tempi di vestizione

Pur apprezzando il canale di comunicazione che sin dall'inizio della crisi intercorre tra Azienda e sindacati, è difficile dirsi soddisfatti dell'attuale situazione e delle risposte offerte circa le diverse criticità sollevate e segnalate puntualmente all'Azienda sanitaria. Riassumiamo i temi principali posti in discussione.

Dispositivi di protezione individuale
La distonia tra quanto l'Azienda dichiara tra disponibilità e idoneità dei Dispositivi di Protezione individuale e quanto gli operatori sanitari e sociosanitari ci segnalano quotidianamente è ormai una patologia cronica, tanto che ormai sembra quasi che, a furia di parlarne, sia diventato un tema marginale. Ma la sicurezza non è mai un tema di secondo piano e non cesseremo di segnalare ogni criticità che i lavoratori ci faranno pervenire. Anzi intendiamo spingerci oltre, anche in previsione di quella fase due di cui tanto si parla e che, stante la riapertura delle attività economiche, non è esente da incognite. 
Giusto mentre si svolgeva la videoconferenza continuavano a pervenirci immagini che documentavano le perplessità degli operatori sanitari sui presidi dati loro in dotazione all'Ospedale Covid-19 di Villafranca ove si notavano curiose integrazioni artigianali fatte di sacchetti di plastica e quant'altro, su cui parlare di idoneità è davvero cosa ardua. In data odierna abbiano effettuato una immediata segnalazione a conferma che la nostra attenzione non è cessata.

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Va da se che la nostra attenzione sui DPI non è limitata ai soli recinti ospedalieri, ma è estesa a tutti gli operatori che operano quotidianamente e con impegno sul territorio.

Tamponi al personale
Delude lo stato di avanzamento dei tamponi messo in atto all'interno dell'Azienda. Nonostante l'impegno di aumentare l'attuale cadenza di 250 test al giorno, attraverso un accordo per l'esecuzione degli stessi con l'Azienda Ospedaliera di Verona, ci pare che a settimane dall'inizio della crisi i 2.596 dipendenti tamponati, rispetto al numero totale determinato in 5.565 siano davvero troppo pochi. Un deficit che si amplifica davanti all'assenza di un cronoprogramma preciso che durante l'incontro di ieri non è stato fornito e sul quale insistiamo sia necessario lavorare. 
Anche l'incidenza dei positivi, pari a 188 dipendenti, offre un quadro statistico, se pur incompleto, che vede allo stato attuale oltre il 7% di positività rispetto ai dipendenti tamponati. Una percentuale non rassicurante, tanto che come CISL FP Verona crediamo sia necessario rimarcare la preoccupante distanza tra obiettivi teorici di maggiore tutela al rischio e la reale efficacia sul campo delle procedure poste in atto, rispetto alla realtà operativa quotidianamente riscontrabile. Riteniamo sia necessario adottare procedure di massima tutela che per tutte le unità operative che prevedano di considerare ogni paziente in ingresso anche asintomatico, e fino a conferma della negatività da Covid-19, come potenzialmente positivo. Prevedendo quindi percorsi, ambienti e DPI correlati alla sospetta positività.
Tempi di vestizione e svestizione
Appare chiaro che la complessità posta nella corretta vestizione e soprattutto nelle modalità di svestizione a fine turno, per il personale che opera nelle aree Covid-19, ha fatto saltare gli schemi rispetto a quanto l'attuale assetto contrattuale predispone per questa fase dell'attività. Si tratta di una situazione certamente non ordinaria e per la quale CISL FP Verona ha chiesto di valutare ogni azione tesa al riconoscimento di un tempo maggiore e coerente con la realtà epidemica, rispetto a quanto è oggi contrattualmente previsto per vestizione e svestizione, senza attendere i tempi biblici della Regione. 

Su altri argomenti (fornitura distribuzione alimenti, appalti pasti, indumenti personale esterno) vi riferiremo con interventi specifici.