Covid 19 - Tutelare tutti gli operatori, si attiva il Coordinamento regionale CISL FP Professioni sanitarie

Lo ripetiamo, lo urliamo. E' fondamentale innanzitutto tutelare la sicurezza e i diritti dei colleghi infermieri e dei professionisti sanitari. La CISL FP di Verona ha raccolto le istanze degli operatori veronesi e le ha trasmesse alla propria struttura regionale e al Coordinamento delle Professioni sanitarie della CISL Veneto, attivo da alcuni mesi, per far arrivare le nostre criticità alla Regione Veneto.

«Nonostante l’urgenza, sarebbe importante che chi svolge un lavoro così stressante, che richiede la massima prontezza e concentrazione, possa staccare ed essere efficiente in servizio. Però la situazione è realmente complessa, che non solo saltano i turni di riposo ma anche i pensionamenti imminenti sono stati sospesi e si sta cercando di assumere nuovo personale dalle graduatorie concorsuali. Si è tutti al lavoro», afferma Paolo Libero, responsabile regionale del Coordinamento delle professioni sanitarie della Cisl Veneto, che dice anche di non aver mai visto una situazione simile. appena conclusa una riunione di coordinamento del sindacato.  

In una intervista rilasciata al media "Il Nazionale", Libero dichiara che "la voglia di sperare spinge tutti a cercare degli eroi che ci regalino il sogno di farcela, magari con un bel gesto di facile presa sull’immaginario. Mentre la realtà ci riporta a un numero, ai 2.828 tra medici e infermieri che alla data del 18 marzo risultano infettati, stando alle cifre fornite dall’Istituto superiore della sanità. Il problema non sta solo nell’aggressività del virus, ma anche nella mancanza di adeguati dispositivi di protezione messi a disposizione del personale sanitario. Senza contare che non è fondamentale proteggere solo chi sta a diretto contatto con i pazienti, ma anche tutti gli operatori della filiera".

«Continuiamo come operatori e sindacati a sollecitare che ci forniscano i dispositivi di protezione, le mascherine di tipo FFP2 e FFP3 sono centellinate e fornite solo a chi è in contatto con pazienti positivi, ma anche l’uso di quelle chirurgiche sarebbe necessario, a partire dagli operatori socio sanitari e tutte le categorie che ruotano intorno alle strutture e all’assistenza sanitarie – chiarisce Libero – Il virus a oggi è poco conosciuto e ridurre le possibilità di contagio è fondamentale. Tra l’altro non sono mancati comportamenti scorretti, come il mezzo milione di mascherine di alta qualità, già pagate al fornitore straniero, che però in dogana sono praticamente sparite".