Covid 19 - Sanità penitenziaria: servono soluzioni chiare, no ai turni forzati di 12 ore

Nelle settimane precedenti avevamo segnalato il disagio, tradottosi anche in una reale e seria criticità di sicurezza, cui è sottoposto il personale sanitario della ULSS9 Scaligera che opera nella sanità penitenziaria, chiedendo un intervento chiaro e risolutivo che consentisse alle lavoratrici ed ai lavoratori di operare in sicurezza, in una struttura adeguata.

Allo stato attuale, infatti, i problemi si sono stratificati: dagli spogliatori inadeguati (gli operatori devono cambiarsi dentro il carcere in uno spogliatoio misto, senza separazione tra uomini e donne e senza una doccia); ai "giri" di terapia effettuati sovente senza l'appoggio degli agenti di polizia penitenziaria come prevederebbero le norme di sicurezza, esponendo in tal modo gli infermieri a pressioni, quando non a minacce; all'assenza di un semplice telefono portatile (visto che spesso i pulsanti di emergenza sono lontani). Il tutto in ambienti non esattamente funzionali, con carrelli e lettini vetusti, quando non rotti.

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A fronte di tale perdurante situazione di disagio, aggravatasi a causa di un incremento degli infortuni correlati alla attuale situazione,  l'Azienda ora interviene predisponendo una turnistica che prevede turni di 12 ore, evidenziando la chiara mancanza di un piano di emergenza sul personale e facendo ricadere sullo stesso tale responsabilità.

La CISL FP di Verona, in un'azione congiuna con FP CGIL, chiede una revoca dell'ordine di servizio, ribadisce la propria contrarietà ai turni di 12 ore e alla mancata erogazione delle indennità sui tre turni. E' necessario invece provvedere alla assunzione di infermieri per risolvere la gravissima situazione.


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