Covid 19 - Ostetriche e maternità ai tempi del Coronavirus: emendamento CISL FP
E' un po' come lavorare in una trincea, ma con un nemico invisibile che non puoi vedere. Un nemico subdolo. Per questo è importante non allentare la pressione, continuare a segnalare quello che non funziona, ciò che può essere migliorato, raccogliendo le indicazioni e le osservazioni dei sanitari e dei sociosanitari impegnati sulla prima linea, ma anche nelle retrovie dove, negli ultimi tempi, il virus ha deciso di colpire, attirato da una non massiva attenzione alle sue strategie di contagio.
Se sul fronte della carenza di DPI, le segnalazioni iniziano a mostrare timidi segnali di miglioramento a macchia di leopardo, non è ancora così sulle procedure atte a limitare il contagio. Ora non è nostra intenzione buttarci a capofitto nel ginepraio delle linee guida di un ministero piuttosto che di un'organizzazione internazionale o di una società scientifica. A noi interessa la sicurezza delle persone e non può esserci sicurezza se la catena delle informazioni e delle procedure non è inequivocabilmente chiara e condivisa con chi deve adottarla nella pratica quotidiana.
In data di ieri, con una iniziativa congiunta CGIL, CISL, UIL, abbiamo chiesto alla Direzione dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona di adottare procedure di massima tutela per gli operatori sanitari considerando ogni paziente in arrivo come potenzialmente positivo. Un cambio di strategia nella lotta all'epidemia che consideriamo fondamentale.
Una risposta anche alle segnalazioni che ci sono pervenute dalle aree materno infantili veronesi, in primis dall''Ospedale Mamma e Bambino di Borgo Trento ove gli operatori sanitari e sociosanitari paventavano simili perplessità, anche circa percorsi ed aree di vestizione e svestizione in caso di ingresso di pazienti con positività al Covid 19, già oggetto di una nostra segnalazione. Un ambiente sanitario questo che non può prescindere dalla massima tutela.
Se sul fronte della carenza di DPI, le segnalazioni iniziano a mostrare timidi segnali di miglioramento a macchia di leopardo, non è ancora così sulle procedure atte a limitare il contagio. Ora non è nostra intenzione buttarci a capofitto nel ginepraio delle linee guida di un ministero piuttosto che di un'organizzazione internazionale o di una società scientifica. A noi interessa la sicurezza delle persone e non può esserci sicurezza se la catena delle informazioni e delle procedure non è inequivocabilmente chiara e condivisa con chi deve adottarla nella pratica quotidiana.
In data di ieri, con una iniziativa congiunta CGIL, CISL, UIL, abbiamo chiesto alla Direzione dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona di adottare procedure di massima tutela per gli operatori sanitari considerando ogni paziente in arrivo come potenzialmente positivo. Un cambio di strategia nella lotta all'epidemia che consideriamo fondamentale.
Una risposta anche alle segnalazioni che ci sono pervenute dalle aree materno infantili veronesi, in primis dall''Ospedale Mamma e Bambino di Borgo Trento ove gli operatori sanitari e sociosanitari paventavano simili perplessità, anche circa percorsi ed aree di vestizione e svestizione in caso di ingresso di pazienti con positività al Covid 19, già oggetto di una nostra segnalazione. Un ambiente sanitario questo che non può prescindere dalla massima tutela.
A tale proposito è inevitabile ricordare che in questa emergenza, accanto a infermieri, oss e tecnici sanitari, c'è il fondamentale ruolo delle ostetriche, Professionisti della salute che lavorano ogni giorno per assistere le partorienti e che operano in condizioni di forte disagio stante l'epidemia. Per loro CISL FP ha presentato un emendamento per il riconoscimento di tutte le tutele economiche messe in campo per i professionisti sanitari.
