Covid 19 - Laboratori analisi il fronte caldo di cui nessuno parla

In queste ultime settimane abbiamo parlato di terapie intensive, di cluster nelle degenze, di case di riposo, servizi territoriali, ma c'è un altro fronte caldo in cui si combatte l'epidemia, mobilitando personale, modificando turni e geografia delle attività: sono i laboratori analisi, mai come ora pressati dalla necessità incalzante di aumentare la loro capacità di effettuare test sui tamponi, pur mantenendo la necessaria attività analitica a garanzie delle cure.

A questi professionisti sanitari va il nostro ringraziamento, ma anche la nostra attenzione che non è mai venuta meno. L'attuale Segretario CISL FP di Verona alla Sanità, Marco Nundini, è lui stesso professionalmente un Tecnico di Laboratorio e ben conosce le attuali difficoltà che i colleghi devono affrontare in questo momento di emergenza.

Se alcuni giorni fa era intervenuto chiedendo necessari chiarimenti sull'evoluzione in tema di orario e personale del Laboratorio di Microbiologia dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, in data di ieri ha trasmesso una nota volta ad ottenere informazioni e chiarimenti ai vertici dell'Azienda ULSS 9 Scaligera.

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Per i laboratori analisi di Legnago e San Bonifacio, stante le segnalazioni pervenute, ha chiesto informazioni circa le scorte diagnostiche (ad esempio reagenti pcr) e in modo particolare dei tamponi fioccati necessari per l’esecuzione del “tampone” atto ad identificare la positività al Covid-19. Ribadendo che gli stessi lavoratori, impegnati su questo fronte, richiedono di conoscere lo stato dell’arte circa l’arrivo di strumentazioni promesse atte a velocizzare le procedure di analisi e rendere perciò meno gravosa per gli operatori l’attuale attività che impone permanenze prolungate in aree analitiche a rischio, in concomitanza con una carenza di DPI che continua ad essere costantemente segnalata, nonostante le rassicurazioni aziendali.

Per quanto riguarda, invece, il laboratorio di Anatomia Patologica di Legnago, ha espresso nella nota che, pur prendendo atto dell’attuale modifica organizzativa, mutamento compreso anche dai lavoratori nel contesto emergenziale, lo stesso è oggi vissuto con forte disagio dagli stessi operatori per la mancanza di una chiara informazione volta a rassicurarli che di sola misura emergenziale si tratta e che non si approfitti del Covid-19 per arbitrarie modifiche dell'assetto organizzativo attuale.