Covid 19 - Azienda Ospedaliera di Verona: inaccettabili silenzi da parte della Direzione

E' dall'inizio della crisi epidemiologica che trasmettiamo all'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona note circa segnalazioni di criticità. Del 12 marzo una segnalazione circa la carenza di DPI e le procedure di messa "in quarantena", del 17 marzo una nota formale che segnalava un’evidenza emersa attraverso il nostro modulo online di raccolta delle situazioni critiche e che indicava che il 63% di queste proveniva da lavoratori dell'Azienda e faceva espresso riferimento ad una costante carenza o inadeguatezza di DPI forniti. Ed ancora il 23 dello stesso mese.

E, cosa assolutamente incredibile, dopo settimane di silenzio l'Azienda Ospedaliera rispondeva il giorno 23 marzo con una sterile comunicazione preventiva al primo agognato incontro in videoconferenza, in cui scriveva: "... ad oggi non sono pervenute segnalazioni di mancanza di presidi per gli operatori".
Segnalazionepng

E le nostre segnalazioni cos'erano?
Forse follie schizofreniche nemmeno degne d'esser prese in considerazione in uno scenario in cui, da un lato fatichiamo a raccogliere le implorazioni dei lavoratori e dall'altro assistiamo di continuo ad interviste ed interventi dell'Azienda sui media o sui social volti ad esternare rassicuranti ed autocelebrativi "va tutto bene!".
Come abbiamo scritto per altre realtà sanitarie della città, non ci possiamo rassegnare all’idea che chiedere più sicurezza per lavoratori e pazienti, non sia “fare polemica”, ma portare in superficie, alla luce del sole, la voce di chi, in questa emergenza, di voce ormai non ne ha più tanta per l'energia che deve profondere per combattere il virus.

Area Covid BorgoTrento
In data 27 marzo, infatti, abbiamo trasmesso una ulteriore segnalazione/denuncia circa l'Area Covid del plesso di Borgo Trento. Recependo un'informativa effettuata da un Rappresentante dei lavoratori per la Sicurezza al servizio SPP (RLS lasciati completamente "fuori" dall'emergenza) nella quale si riferiva che, su specifiche direttive, sarebbe stata consegnata ad operatori sanitari e socio-sanitari una sola mascherina del tipo Ffp2 (anziché le solite due). Quindi, nel caso gli operatori avessero dovuto abbandonare temporaneamente la zona operativa, anche per le indispensabili necessità fisiologiche, sarebbe stata loro data l’indicazione di inserire l’unica mascherina in dotazione, esposta nell’uso a possibile contaminazione, all’interno di un sacchettino di plastica e riprenderla poi dallo stesso (a questo punto contaminata in ogni sua superficie), indossarla nuovamente e rientrare nell’area di terapia e assistenza. Se tale comportamento fosse confermato, costituirebbe un’evidenza indiscutibile di rischio. La CISL FP di Verona ha quindi chiesto una tempestiva verifica sulle istruzioni impartite, un'altrettanto rapida azione di corretta informazione rivolta agli operatori sulla procedura relativa ai DPI, quanto nel più volte ribadito spirito di collaborazione per cercare di gestire al meglio l’emergenza.

Geriatria Borgo Trento
In data odierna abbiamo ribadito alla Direzione aziendale quella che noi consideriamo l'allarmante la situazione all’interno della Geriatria  del plesso ospedaliero di Borgo Trento per la quale, a nostra tempestiva segnalazione effettuata in data 23 marzo, questa Azienda non ha offerto ad oggi alcun riscontro. Lavoratori, che stando a quanto ci risulta, manifestano oggi un dato di contagio al Covid-19 più che preoccupante se comparato al dato complessivo aziendale dei contagiati, probabile frutto di inadeguate procedure relative all’uso ed alla fornitura di DPI che sono state loro impartite e che avrebbero dovuto essere volte al contenimento dell’epidemia e non alla razionalizzazione di risorse di protezione indispensabili. Lo abbiamo fatto sempre con un'idea che informare è sinonimo di collaborare e per questo abbiamo rinnovato la richiesta di una tempestiva verifica sulle istruzioni impartite, sulla disponibilità, le procedure ed il corretto uso dei DPI, sulle azioni che l’Azienda intende porre in atto. E' chiaro ormai che all'inerzia, anche comunicativa, non potremo fare altro sen non effettuare formale denuncia allo SPISAL di Verona, oltre che valutare ogni altra iniziativa volta a tutelare operatori e pazienti.

E scusateci se in fondo chiediamo solo più sicurezza.

pubblicato il 31 marzo 2020