Covid 19 - AOUI Verona: basta improvvisare, per la crisi serve una strategia e rispetto dei lavoratori

L'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona comunica ai sindacati dati e progettualità, ma nei fatti sembra voler proseguire secondo logiche di improvvisazione nel gestire l'emergenza provocata dalla seconda ondata epidemica, il tutto senza la benché minima sensibilità ed il rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori impegnati in prima linea, oltre che in spregio di quanto il contratto nazionale di lavoro stabilisce circa le relazioni sindacali e l'informazione preventiva.

Due esempi per tutti. In data 10 novembre alle ore 17:48, dopo l'insistente pressione della CISL FP di Verona, che recepiva le segnalazioni preoccupate degli operatori sanitari coinvolti, l'Azienda trasmetteva alle Organizzazioni Sindacali un'informativa che istituiva nel Laboratorio di Microbiologia il turno notturno a partire da quella stessa notte. Per tradurla in parole semplici: quasi alle sei del pomeriggio iniziava la caccia a chi poteva essere disponibile a fermarsi o entrare in servizio per attivare un turno notturno finalizzato, si legge nell'informativa stessa "a ridurre sovraffollamento e stazionamento in Pronto Soccorso", ma soprattutto all'apertura, sempre "last minute" di nuovi posti letto in area Covid. Quasi che le statistiche in termini di progressione del contagio non esistessero e che la programmazione in logiche di emergenza sia una cosa difficile da prendere in considerazione.

La comprensione però è sempre e solo chiesta, anzi pretesa, al personale che, dal pomeriggio alla sera, si vede costretto a riorganizzare la propria vita personale e familiare per far fronte a riorganizzazioni "ad effetto immediato". "Tanto c'è l'emergenza e si può fare quello che si vuole" pare lo slogan in voga in questo momento così drammatico per i sanitari impegnati a gestirla per davvero questa emergenza.

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Ultimo episodio venerdì 20 novembre, guarda caso alle 17:20, con una informativa, alla faccia dell'aggettivo "preventiva", che imponeva l'istituzione, a partire dal sabato, di un raddoppio del turno di pronta disponibilità notturna per il personale addetto al trasporto salme dell'Ospedale di Borgo Roma, stante la necessità di trasferire i deceduti il prima possibile per liberare posti letto nelle aree critiche. Anche in questo caso il peso dell'emergenza grava sull'organizzazione personale e familiare degli operatori costretti a rivedere, nello spazio di poche ore, conciliazione la propria organizzazione tra lavoro e famiglia. "Tanto c'è l'emergenza e si può fare quello che si vuole" .

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Per questo, in data odierna, la CISL FP Verona ha trasmesso al Commissario dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona, una nota in cui si chiede il necessario rispetto per quelle lavoratrici e quei lavoratori che, fino a prova contraria, sono il vero motore di questa Azienda, e maggiore coerenza tra quanto si comunica alle Organizzazioni Sindacali negli incontri informativi, giusto anche per rispetto di chi è lì in veste di portavoce, e quanto poi si decide all'ultimo momento, "tanto c'è l'emergenza e si può fare quello che si vuole".

Ma siccome l'emergenza non sospende i diritti costituzionali e tantomeno il Contratto Nazionale di lavoro troviamo giusto rammentare che proprio in quest'ultimo nell'ambito delle relazioni sindacali di parla di "partecipazione", finalizzata ad instaurare forme costruttive di dialogo tra le parti su atti e decisioni di valenza generale delle Aziende, relativamente alle materie inerenti all'organizzazione dei servizi ed al rapporto di lavoro. In tale principio si colloca l'informazione che non è una parola astratta.

Nella nota, a firma del Segretario provinciale alla Sanita, Marco Nundini, e del responsabile del Coordinamento CISL FP Veneto delle Professioni Sanitarie, Paolo Libero, si specifica che "informazione è sinonimo di una modalità relazionale finalizzata a favorire la partecipazione della parte sindacale su temi e problematiche aziendali e che, proprio per questo, nel CCNL vigente assume il carattere di informazione preventiva e che quando tale informazione è data a posteriori rispetto alla posta in essere delle scelte aziendali che coinvolgono anche la vita dei lavoratori, la stessa perde lo scopo di fattiva relazione e si relega al ruolo di mera conoscenza."
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