Codess: no al prelievo con tacito assenso sulla busta paga dei lavoratori

La CISL FP di Verona dice no a quanto messo in atto dalla Cooperativa Sociale Codess. Non è condivisibile che si proceda ad aumentare il fondo di solidarietà operando un prelievo forzoso dalle buste paga dei lavoratori, solo considerando il principio del tacito assenso. 

Già nei primi giorni di aprile, lavoratrici e lavoratori  avevano ricevuto, nell'area personale del sito della Cooperativa, una serie di moduli da compilare, attraverso i quali esprimere la volontà di donare ore di ferie e di aumentare il loro contributo economico al fondo di solidarietà. 

La CISL FP di Verona si è immediatamente attivata offrendo al personale coinvolto l’assistenza e le informazioni necessarie per esprimere in forma scritta l'eventuale opposizione a tale iniziativa per arginare, memori di ciò che già era accaduto passato, il principio del tacito assenso. Tuttavia i vertici della  Cooperativa Codess hanno fatto pervenire ai propri dipendenti l'ulteriore “proposta” di “donare“ anche i 100 euro di bonus relativi alla presenza in servizio del mese di marzo, quota prevista dall’art. 63 del Decreto Cura Italia.

Non ci ha stupito quindi quando i lavoratori coinvolti ci hanno a più voci segnalato la difficoltà di accesso al sito aziendale o di operare scelte oppositive all'interno dello stesso. Un labirinto informatico che lasciava spazio a dubbi interpretativi o al fatto che le scelte fossero andate effettivamente a buon fine, quanto nel tentativo di esprimere la propria opposizione al prelievo sul proprio stipendio dell'incremento al fondo di solidarietà ed alla donazione del bonus di 100 euro.

Da qui la giustificata rabbia degli operatori coinvolti, anche perché  la quota associativa richiesta da Codess è tra le più alte su tutto il territorio nazionale, ben 5.000 euro, di cui 1.000 a fondo perduto, o meglio "perduto veramente". E tutto ciò ci spinge a chiederci come mai non si pensato di utilizzare quei 1.000 euro per integrare il FIS, piuttosto che chiedere ulteriori sacrifici a chi è già in difficoltà per questa emergenza sociale. Come saranno impiegati i soldi prelevati dalle buste paga sotto la voce FDS, "fondo di solidarietà"? Quanto perché con un rapido calcolo che riguarda 5.000 soci si può ipotizzare che in 12 mesi si accumulerebbe la ragguardevole cifra di 180 mila euro. 

Ribadiamo quindi la nostra assoluta contrarietà a prelievi sulla busta paga basati su procedure non chiare o, ancora peggio, sul principio del tacito assenso. Diffidiamo nel procedere oltre con questa o analoghe iniziative.

Ci domandiamo con che criterio si sia fatta una scelta che va nella direzione di chiedere ulteriori sacrifici ai propri soci lavoratori chiedendo addirittura loro di rinunciare ai 100 euro di bonus per il disagio dell'emergenza epidemiologica cui nessuno si è mai sottratto, "donando" alle casse qualcosa che è quasi il 10% del proprio stipendio medio. Chiediamo al più presto massima trasparenza su eventuali quote prelevate.