CISL FP Verona. Casa Riposo "Domenico Cardo" Cologna Veneta proclamato stato di agitazione


Nella giornata di ieri 13 marzo lavoratrici e lavoratori della Casa di Riposo "Domenico Cardo" hanno manifestato il proprio dissenso davanti alla struttura di Cologna Veneta. Lo stato di agitazione, proclamato da CISL FP Verona, unitariamente con CGIL FP e CSA, ha origine da una interpretazione unilaterale dell'Amministrazione che ha proceduto ad una illegittima riduzione del fondo delle risorse decentrate con un danno economico enorme per lavoratrici e lavoratori della Casa di Riposo.

Lo chiarisce Chiara Corsi, della CISL FP Verona, quando spiega come "la costituzione dei fondi delle risorse decentrate anno 2022 e anno 2023 ha visto una riduzione di parte fissa pari ad € 57.504,66 per ogni anno, sempre interpretando un norma che non può essere applicata alle IPAB". "Si rammenta", sottolinea Corsi, "che la normativa vigente deve essere condivisa e quindi  interpretata in modo unitario dalle associazioni dei Datori di Lavoro con le Organizzazioni Sindacali, quanto per meglio rispondere ai bisogni della comunità".

"Peccato", rincara la dose Giovanni Zanini, Segretario Generale della CISL FP Verona, "che è successo esattamente il contrario, ovvero che la Casa di Riposo abbia proceduto "in solitaria" ad un'interpretazione unilaterale dell’articolato normativo facendo dire alla legge ciò che la legge non dice". Si è voluto giocare su l'altalenante conteggio del personale, sulle esternalizzazioni con “congelamento dei posti” nella dotazione organica, arrivando alla conclusione che il fondo andava ridotto, salvo poi vedersi dimostrato e oggettivato dalle Organizzazioni Sindacali che il personale è invece aumentato in modo stabile.

Curioso anche l'arcano delle coincidenze in cui la posizione ostativa da parte dell’Amministrazione avviene proprio dopo la Sentenza 463/2023 del Tribunale del Lavoro di Verona, verdetto con cui l’Ente è condannato al pagamento nei confronti di tanti dipendenti di una importante somma per i tempi di vestizione e svestizione, a seguito del ricorso sostenuto dalle organizzazioni sindacali.

E' sorprendente la parabola negativa
che vede, in un contesto dove le risorse umane nell’ambito socio sanitario risultano preziose e al contempo rare, questa Casa di Riposo perseverare nell'ostacolare la valorizzazione della persona e del lavoro svolto. Tutto ciò in un'inspiegabile controtendenza rispetto a quello che avviene in numerose altre strutture che stanno invece investendo in lavoratrici e lavoratori del socio sanitario, sia dal punto di vista normativo che economico, tentando di fidelizzare i collaboratori attraverso riconoscimenti economici, bonus, welfare.

Il clima organizzativo interno alla struttura tra amministrazione e collaboratori non favorisce l’implementazione di quel rapporto fiduciario necessario per il buon funzionamento della Casa di Riposo e ne consegue che in tale situazione non saremo disponibili ad avviare la contrattazione integrativa, se non dopo la correzione dell’"errore" commesso, tramite una modifica alla costituzione dei Fondi menzionati, con l’inserimento delle somme indebitamente sottratte.

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