Sanità. Covid 19. Situazione Pronti Soccorsi veronesi. I sindacati uniti chiedono incontro al Prefetto

A seguito dell’assemblea dei lavoratori dei Pronto Soccorso degli Ospedali di Legnago, San Bonifacio e Villafranca, tenutasi giovedì 17 dicembre 2020 (in data odierna si terrà una assemblea con il personale che opera nei pronto soccorsi dell'Azienda ospedaliera Universitaria di Verona), la CISL FP Verona in sintonia con la RSU aziendale e con FP CGIL, UIL FPL e NURSING UP, ha sottoscritto la lettera con cui si è inteso informare il Prefetto di Verona del quadro di assoluta gravità in cui versa il servizio

Il costante e importante afflusso di pazienti sia Covid che non Covid, lo stazionamento di pazienti Covid in area di Osservazione Breve Intensiva per un numero di giorni, anche molto superiori alle 48/72 ore previste, stazionamento legato alla mancanza di disponibilità di posti letto non individuati negli ospedali presenti nella provincia di Verona, le ingenti quantità di ossigeno a carico di una struttura con grandi difficoltà strutturali che espongono a pericolo il personale ed a rischio professionale perché sono stati stravolti gli standard assistenziali, con un minutaggio anche il doppio dei minimi previsti che può anche pregiudicare la qualità dell’assistenza erogata all'utenza, tutto ciò ha generato una grave situazione, una condizione di stress fisico e psichico del personale, non più sostenibile.

I dati allarmanti della provincia di Verona, sia per numero di contagi, così come per decessi, cui si è aggiunta l’assenza di misure idonee a contenere il diffondersi del contagio nella popolazione, stanno esercitando una forte pressione sugli Ospedali della ULSS 9 e, in particolare ,sui Pronto Soccorso che si trovano abbandonati nella gestione del sovraffollamento del Servizio. Il ritardo delle misure di contenimento del contagio e il ritardo nella conversione dei posti letto dedicati a pazienti no Covid in posti letto Covid stanno determinando una situazione insostenibile per gli Operatori dei Pronti Soccorso.

La prospettiva che sia le misure previste dall'Ordinanza regionale sia il lockdown, previsto dal nuovo DPCM, possano rivelarsi misure tardive e insufficienti a scongiurare un’ulteriore pressione sulle strutture ospedaliere, sta aggravando la condizione degli operatori sanitari che, provati dalla fatica fisica e mentale, annunciano in assemblea di avere forti perplessità nella capacità di resistere per ulteriori giorni. I contagi tra il personale e le assenze dal servizio aggravano pesantemente il quadro descritto.

Preoccupati di quanto emerso nel corso dell’assemblea, alla quale hanno partecipato circa 60 operatori, abbiamo quindi chiesto unitariamente di essere convocati dal Prefetto di Verona, unitamente all’ULSS 9 Scaligera, per rappresentare questa grave situazione del personale.

Il nostro canale YouTube

seguici anche sui Social:
barrapng