Covid 19 - Meno silenzi e più collaborazione per superare la crisi

Lo ha detto, anzi scritto, la Regione del Veneto con la nota 105574 del 5 marzo 2020 in cui, a firma del Direttore Generale dell’Area Sanità e Sociale, si invitavano le aziende sanitarie a “mantenere un costante canale di comunicazione con le organizzazioni sindacali in merito all’evolversi della situazione epidemiologica ed organizzativa”.

Ad oggi ci lascia sorpresi, pur comprendendo le priorità dell'emergenza, che davanti alle continue sollecitazioni di attivare un canale informativo finalizzato a migliorare il clima organizzativo, alcune aziende mantengano un silenzio assordante. Si viaggia dunque su binari diversi sul territorio, dove a positivi riscontri comunicativi ed alla ammissione di alcune carenze (ad esempio quella dei DPI) da parte di importanti realta territoriali, assistiamo ad un blackout totale da parte di chi sovraintende ai maggiori ospedali della città.

Tanto da dover inoltrare in mattinata una ulteriore richiesta circa le numerose segnalazioni che ci continuano a pervenire da chi opera in prima linea, anche attraverso il nostro modulo online lanciato alcuni giorni fa sul questo sito internet. E’ un’evidenza che, ad oggi, il 63% delle criticità pervenute con tale metodologia, che vanno sommate a quelle recapitate attraverso gli altri canali, proviene da lavoratori dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e fa espresso riferimento ad una costante carenza o inadeguatezza di DPI forniti, tema già segnalato nella nostra nota del 12 c.m.

Nella lettera trasmessa da CISL FP Verona ai vertici aziendali della AOUI, sottolineando l'intento collaborativo a fronteggiare l'emergenza, abbiamo circostanziato alcune segnalazioni inviateci dai lavoratori che suonano quasi come un grido di aiuto nella crescente e tanto urlata esigenza di sicurezza per operatori e pazienti. A tale proposito stiamo elaborando i dati raccolti per produrre un report esaustivo e ci auguriamo propositivo al miglioramento.

Abbiamo chiesto all'Azienda Ospedaliera informazioni circa la riorganizzazione in atto per la gestione delle "aree Covid-19", per la quale ci giungono informazioni non rassicuranti sul tema organizzativo e strutturale, senza la necessaria pianificazione. Non abbiamo compreso, nonostante le richieste di chiarimento sollecitate a più riprese  le procedure e “su chi decida cosa” circa l’iter di messa in quarantena degli operatori o del personale aziendale, così come per quanto concerne il procedimento, incluso il percorso sanitario, posto in atto per il rientro al lavoro e le eventuali necessarie verifiche. Ribadiamo con forza che tali procedure siano oggetto di informativa così come che ci siano comunicate le decisioni circa l’esecuzione dei tamponi al personale, così come stabilito dalla Regione del Veneto. A tutto questo, se già non fosse troppo, si aggiunge anche la previsione, da noi contestata, contenuta nell’ articolo 7 del D.L. 9 marzo 2020 n. 14, con la quale è previsto che i dipendenti soggetti alla sorveglianza sanitaria debbano continuare a lavorare come nulla fosse, anche se potenzialmente infetti, con il serio rischio di essere loro stessi vettori di infezione verso le famiglie ed il resto del mondo. Tale previsione è pericolosa e deve essere cancellata senza indugio in sede di conversione.

Per ultimo, ma non per importanza ci pervengono segnalazioni dall’area amministrativa non legata alle segreterie di reparto che, anche ove le condizioni lo consentirebbero stante le attività svolte, sono posti incomprensibili dinieghi alla concessione del lavoro agile, così come invece chiaramente definito dalle vigenti normative governative legate all’emergenza coronavirus.

Continueremo a tendere la mano ed offrire voce a chi lavora in prima linea per la nostra salute, auspichiamo un clima di maggiore trasparenza, garantendo come sempre abbiamo fatto dall'inizio della crisi epidemiologica la nostra massima collaborazione, ma non resteremo fermi davanti al silenzio.