Covid 19 - Cisl FP Verona e Case di Riposo, il virus è veloce: fare prima e raccontare poi

A leggere i titoli dei giornali di questi ultimi giorni qualcuno potrebbe pensare che l'emergenza Covid 19 nelle Case di Riposo scaligere sia scoppiata solo ora, d'improvviso. Non è così: sin dai primi momenti della crisi avevamo segnalato le criticità, molte delle quali pervenute anche attraverso il nostro modulo online di raccolta dati che, nato per la Sanità, ha finito per coinvolgere l'intero Terzo Settore, quello dei servizi socio-assitenziali. Criticità severe nel contenimento dell'epidemia di un virus che privilegia l'età più debole, quella degli ospiti di istituti di assistenza anziani e delle case di riposo. Un virus che vuole distruggere la nostra memoria generazionale.

Sin da subito avevamo denunciato la carenza di mascherine, di DPI, di procedure adeguate, di formazione per gli operatori coinvolti. Ma non ci siamo fermati alla denuncia, convinti che questo virus non sia sensibile, purtroppo, ad urla, strepiti ed azioni convulse. Abbiamo indirizzato tutti gli sforzi e gli strumenti della CISL FP di Verona ad una precisa strategia del "fare", magari sottotraccia dal punto di vista mediatico, ma nella convinzione che servissero azioni concrete immediatamente.

Al pari dell'intervento che abbiamo portato avanti per l'Istituto Assistenza Anziani di Verona, ci siamo posti l'obiettivo di replicare l'azione per tutte le Case di Riposo e gli istituti di Verona e della sua provincia. Perché con questo virus è talmente veloce che le cose vanno prima fatte, e solo poi raccontate.

Gli istituti votati all'assistenza degli ospiti più anziani sono ora un target privilegiato per l'infezione. Nel solco di una tradizione di massima attenzione al Terzo Settore, all'assistenza dei più deboli e al vasto ambito socio assistenziale, spesso sottovalutato, abbiamo dalla prima ora iniziato, attraverso i nostri delegati sul territorio, a raccogliere le segnalazioni che mettono in evidenza uno stato di grande sofferenza ci siamo attivati con specifiche azioni mirate alle Case di Riposo di Villa Bartolomea e Colà di Lazise, Legnago, Sommacampagna  ove si stanno evidenziando criticità dovute alla totale mancanza di Dispositivi di Protezione Individuale idonei ad affrontare con correttezza ed efficacia la diffusione del virus.

La cronologia dei nostri interventi presso le Direzioni degli istituti e su più fronti istituzionali è chiara nei fatti:
  • 12 marzo. Richiesta dei protocolli di sicurezza anti-contagio e procedure sull'utilizzo dei DPI. Abbiamo chiesto nero su bianco l’adozione un idoneo protocollo di sicurezza anti-contagio, che si affianca alla necessità prevista dall’art 29 D.Lgs. 09 aprile 2008 n. 81 di aggiornare il Documento di valutazione del Rischio, ottemperandovi in forma agile e di condividerlo anche con i Rappresentanti dei Lavoratori della Sicurezza, che non possono essere esclusi in questo momento così grave, e con le Organizzazioni Sindacali.
  • 12 marzo. Richiesta delle misure straordinarie emergenza coronavirus in applicazione del DPCM 11 marzo 2020.
  • 15 marzo. Azione sindacale unitaria "Emergenza coronavirus".
  • 16 marzo. Newsletter funzioni locali con attivazione di un modulo online per favorire ai lavoratori la segnalazione di criticità sul lavoro.
  • 17 marzo Sollecitazioni formali all'adempimento degli obblighi normativi.
  • 18 marzo Newsletter ad iscritti e lavoratori sul Decreto Cura Italia con le prime novità sui congedi parentali e aiuti alle famiglie19 marzo. Segnalazioni mirate sulla base delle criticità e relative richieste di informativa.
  • 19 marzo. Newsletter ad iscritti e lavoratori sui decreti, su dove scaricare moduli e formulare le richieste agevolazioni.
  • 24 marzo. Attivazione del Patronato Inas per facilitare le richieste degli istituti previsti dal Governo.
  • 25-27 marzo. Abbiamo chiesto di garantire ai Rappresentanti sindacali interni le informazioni necessarie a fornire risposte credibili e certe alle molte domande che rivolgono loro i colleghi, in modo particolare sui l'adeguatezza dei DPI forniti, sulla quantità disponibile di: maschere (distinte in chirurgiche, ffp2, ffp3), di visiere, guanti e ogni altro dispositivo di protezione individuale necessario a fronteggiare l'emergenza, non ultimo il gel disinfettante. Sottolineando che tale esigenza era più che motivata, non solo dall'emergenza, ma perché le segnalazioni dei lavoratori parlavano apertamente di "mascherine fornite non idonee".
  • 25-27 marzo. Contattato la Protezione Civile per attivare la distribuzione dei DPI a tutte le strutture Socio Sanitarie del territorio, in primis l'Istituto Assistenza Anziani.
Per approfondire l'intervento specifico all'Istituto Assistenza Anziani:
Ma non ci siamo fermati:
  • 25-27 marzo. Sentita la ULSS 9 Scaligera circa la possibilità di una convenzione con strutture private certificate per la lettura dei tamponi e per facilitare l'esecuzione degli stessi di tutti gli ospiti ed i lavoratori coinvolti.
  • 25-27 marzo. Valutato con l'Azienda Sanitaria territoriale la possibilità di impiego di un nuovo kit rapido per la valutazione di positività al virus.
  • 25-27 marzo. Contattato la Prefettura di Verona, con il diretto interessamento del Segretario Generale della CISL di Verona.
  • 29 marzo. Allarme a mezzo stampa per l’emergenza in favore degli ospiti e del personale Sanitario coinvolto. Contatto costante e continuo con gli operatori presenti all’interno delle strutture coinvolte. Appello al Governatore della Regione Veneto di attenzionare urgentemente il circuito assistenziale delle Case di Riposo.
La CISL FP di Verona ha chiarito che in, caso di mancata immediata adozione dei provvedimenti che diano piena applicazione alle disposizioni ministeriali e a quelle del Presidente del Consiglio del Ministri, non esiterà a coinvolgere lo SPISAL e gli organi locali preposti ad assicurare la sicurezza dei cittadini e la salute pubblica.

Questo il nostro impegno, che continua, magari sottotraccia mediatica, ma che non cessa mai di mantenere alta l'attenzione sulle Case di Riposo della nostra provincia. Un impegno concreto, non demagogico, per garantire, sin da subito, la disponibilità di dispositivi di protezione, attivare percorsi formativi per il personale, tampone a tutti i Dipendenti e agli Ospiti della Struttura, uscire dal clima organizzativo di mera sopraffazione che non giova all'emergenza in atto.